Thursday 27 November 2008

Monday 8 September 2008

Normali e anormali

Daniela Santachè fino a qualche giorno fa era una miliardaria annoiata, cafona e volgarissima che ci gratificava periodicamente di notizie politiche di ispirazione nazionalsocialista che comprendevano tutta una serie di interessanti retroscena sulla storia della sua fica.
Daniela Santachè era proprietaria del locale più cafone e volgare di questa nazione annoiata e pezzente, il Billionarie, e qualche giorno fa, mentre lasciava la sua Aston Martin di James Bond nel garage e cenava su un traghetto anni '20 in Costa Smeralda, ha avuto in visione la Madonna e Mussolini in amplesso e si è fottuta il cervello.
Chiama televisioni, giornali e tutti i poveri d'Italia e comincia a parlare di un argomento interessante che non era una fica.
"Basta con queste barche enormi, queste Ferrari, a questo lusso da sbandierare" - s'è rivolta pentita - "con la gente normale che passa, ti guarda e ti sputerebbe in faccia".
Quello che la Santachè dimentica, e che mi evita di godere di un pensiero che non sia una fica, è lo specificare un particolare indispensabile e cioè come sia fatto un uomo (o una donna) normale, perchè non ne sono sicuro.
E' il mio desiderio di sputarle in faccia che mi rende normale? Chi è anormale?
Un fascista è normale in virtù della sua convinzione che la donna sia inferiore all'uomo, seguito dal completo disinteressarsi al problema. Un fascista è anormale nella sua convizione di essere superiore, e nel fare di tutto per negare un problema.
Il politico anormale è una donna a capo del Partito Fascista italiano in un quadro politico che somiglia terribilmente a una clinica di pazzi, e quello normale fa di tutto per restare in Parlamento.
Un ricco è normale quando si arricchisce illegalmente, anormale se per i sette anni di attività come deputato ottiene un TFR di 65.534 euro e un vitalizio mensile di 3.605 euro senza che neanche lo possano chiudere in prigione.
Un paese è anormale quando permette a una come la Santachè di mostrare la via retta, è normale quando la accompagna fino all'incrocio e la riporta al manicomio.
Adesso che grazie alla Santachè sappiamo di essere giustificati a sputarle in faccia, la scoperta di far parte della gente normale ci sembra un po' meno crudele. Almeno non siamo come Valdimir Luxuria.
Un transessuale annoiato e fastidioso che continua (lui si) a gratificarci periodicamente di notizie politiche di ispirazione comunista e combattente che comprendono una serie di piccanti retroscena sul suo pene.
Il suo progetto politico dopo aver fatto la prostituta si è esaurito nel farsi eleggere parlamentare per poi rifarsi seno, naso e culo e andare all'isola dei famosi ad arricchirsi in modo vergognosamente anormale, in culo ai normali pezzenti che l'hanno votata/o. Per fortuna - come ha osservato qualcuno - i comunisti sono destinati ad estinguersi.







Thursday 28 August 2008

L'ultimo insulto

Parlare di una qualsiasi religione in società è pratica non prevista dal galateo: non sai mai chi finisci col mandare a fanculo.
Ma tra tutti i bastardi che riescono ad ispirare vagonate di insulti il peggiore è un malato di mente che si chiama Rick Warren, un tipo capace di sfidare la mia compassione più di tutti gli stronzi che non ci riescono.
Miliardario, seguitissimo da fedeli, capo della chiesa di Saddleback (un mostro di penitenza e preghiera da 40 milioni di dollari), Warren è incluso nella lista dei 25 più prestigiosi leader americani, eletto da "Time" tra i 15 che più contano. E' tra i 100 più influenti del mondo e tra i 15 che hanno fatto grande l'America per "Newsweek", argomentazione quest'ultima che, se fondata, in qualsiasi tribunale della galassia tranne che in USA basterebbe a condannarlo alla sedia elettrica.
Assistere al primo confronto tra i due candidati alla Casa Bianca, uno col nome di reduce di guerra (John McCain) e un altro col nome di profugo di guerra (Barack Obama), con l'inquietante figura del reverendo Rick Warren a imporre le domande, è la dimostrazione che tutti (in un tempo dominato dalla guerra) meritiamo l'inferno.
Il percorso di sofferenza attraverso il quale un essere vivente diventa ateo è sempre lo stesso: l'arrivo della fede il giorno della nascita, la comunione a 7 anni, la speranza di un qualcosa di superiore a 10 anni, i tristi momenti di paura e di dubbio a 15 anni, lo strisciante scetticismo che si mischia alla mancanza di figa a 18, la necessità di non più credere ma di cercare la verità a 20, la ricerca di altri motivi per essere felice e i dubbi sessuali a 30, la caduta nell'alcool e nella droga, la perdita completa di qualsiasi speranza, l'inevitabile allontanarsi dalla fede, i violenti attacchi di odio e terrore verso un mondo a cui non appartieni e infine, proprio quando tutto sembra rovinato per sempre, ecco all'improvviso una visione che ci rende atei sul letto di morte, e tutto ci appare migliore, e l'aria diventa nuovamente respirabile, e rilasciamo l'ultimo rutto con quel sentimento di essere finalmente uomini accompagnato dalla inaspettata gioia di potere insultare per l'ultima volta.
Far parte di un mondo dominato dai valori religiosi significa assistere a una cerimonia di redenzione, spiare in segreto un confessionale con due persone che dicono cose di cui non ci importa, peccati che non si capisce a cosa possano servire per spettatori che non vogliono altro che essere governati in un mondo rischioso e volgare, in cui non sai mai chi devi votare per mandare il buon senso a fanculo.
Così, per essere eletto padrone del mondo, è tutta una sfida sulle scopate extra-coniugali, sulla famiglia, sullo spinello all'Università, sulla Bibbia, su quanti dei propri peccati Gesù sia morto (io 3! Io 7! Ho vinto, tiè!), e del giorno che il Signore ti ha salvato, dato forza e sostegno nella guerra all'Iraq, all'aborto e alle altre religioni.
Come un disco di Americana che sfuma lentamente, un confronto del genere è cantare sempre la stessa canzone: I bisogni del paese, andare incontro ai bisogni del paese, i bisogni del paese, i bisogni del paese.
Appunto: bisogna mandarvi a cacare.

Wednesday 27 August 2008

Saturday 23 August 2008

Il costo della vita

Aumento degli affitti, del petrolio, dell'elettricità, del costo dei figli, del gas, delle ferie di agosto, del vestito della domenica, degli spettatori di reality show, del riconoscimento di prim'ordine al comunismo per rivoluzionare l'Isola dei Famosi. Aumento quindi del rispetto verso i froci famosi, meglio se comunisti e isolati, e aumento del terrore che siano rumeni. Aumento dei trasporti e del costo di una moglie, mentre resta affordabile la follia. Continuo a notare un aumento di gente normale che insiste a dare consigli come quello di avere una vita come la gente normale.
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Con l'aumento dei costi di droga e alcool mi accorgo di essere assalito dall'ipocondria. In tre anni di visite mi hanno detto che sono ansioso, che sono obeso e sottopeso, che ho un occhio storto, che ho il cuore debole, che sembro un rumeno anemico, che devo evitare le inculate occasionali, che fumo troppo, che sto morendo. Poi cambio ospedale e mi dicono che sto bene e in salute: m'avranno scambiato per una vecchia di ottant'anni. Se lo fossi mi sentirei in ottima forma.
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Uno studio di un rivista di scienze ha scoperto che gran parte dei medici si lamenta dello stipendio, troppo simile alla gente normale, e cerca informazioni mediche su Google per sostituire la mancanza di un'opinione da prendere seriamente. "Mi dispiace, figliolo. Con l'aumento dei costi la sua malattia è incurabile, non abbiamo troppa corrente".
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Hanno licenziato tutti i centralinisti. Per parlare con qualcuno sei sempre costretto ad ascoltare una segreteria e una fastidiosa musica di sottofondo. "Centrale di Polizia di Napoli, grazie per averci scelto. La sua sopravvivenza è importante per noi: la preghiamo di restare in linea con Mozart per non perdere la priorità".
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Un rumeno entra in una villetta del ricco nord-est (l'Italia è troppo stretta per vantare il far-west). Svaligia la casa, picchia a sangue il padrone, si incula il cane e fa altre cose che lo declassano come uomo e immagino lo promuovano rumeno. Si siede per riposare un attimo e prende un sigaretta post-orgasmo. "Si può fumare in casa?" "No". "E il posacenere che lo tieni a fare?" "Per i rumeni che non domandano".
Questa barzelletta, come una qualsiasi diagnosi da non prendere seriamente, me l'ha raccontata un ragazzo veneto che vive nella zona a nord-est di Bethnal Green, a nord-est di Londra, che mi ha venduto dell'erba che sarà sicuramente andato a zappare, che mi frega peggio di un napoletano, che sopravvive senza nessun tipo di costi una vita seriamente anormale, insistendo a tenersi in vita col sussidio di disoccupazione inglese da quattro anni, e che mi stava per dare un pugno nell'unico occhio buono.

Friday 22 August 2008

Friday 1 August 2008

I 5 casi umani della settimana

Caso umano numero 5: Frate Giuseppe.
Frate Giuseppe Gentile, sacerdote dell'Immacolata di Corleone, ha sigillato il sogno d'amore di Vincenzo Bellomo, rappresentante di generi alimentari di dubbia provenienza, con uno sgorbio di figliola dal nome Lucia. Prima di questo (di dubbio gusto) giorno, quel nome era comparso tra i pizzini di Totò Riina, di cui guardacaso Lucia lo sgorbio ne è figliola. In chiesa festeggiano i familiari della sposa: prima fra tutte Ninetta Bagarella, moglie del boss e sorella del capomafia Leoluca Bagarella, che visibilmente commossa porta il velo bianco della figlia. "Lasciate stare questa povera ragazza" - ha tuonato Frate Giuseppe Gentile ai turisti curiosi - "Vi siete mai chiesti se sta soffrendo?". Durante la messa sono letti brani del Cantico dei cantici e del Vangelo di Matteo come partecipazione al dolore. La cerimonia è chiusa dal canto dell'Ave Maria di Schubert per l'espiazione. Caso umano numero 5: la prima e unica volta che io e Dio siamo completamente d'accordo su qualcosa.
Caso umano numero 4: i giornalisti.
"Una bella giornata di sole siciliano, una di quelle adatte per festeggiare uno sposalizio. (...) Dopo la funzione gli invitati, oltre cento, si sono diretti al ristorante "La Schiera" di Corleone per il banchetto nuziale". Se è vero che alla Rai parcheggiano solo raccomandanti che - dopo intense prove di abilità - dimostrano di saper dire solo stronzate, sui giornali siciliani ci arrivi solo se non hai niente da dire. Un giornalista veramente serio scriverebbe che Salvatore Riina fu trovato con una carta d'identità intestata a Vincenzo Bellomo, un agricoltore di Mazara del Vallo che oggi si sposa un cesso di femmina e che fu condannato per favoreggiamento, quasi sicuramente a favore di qualche strafottuto caso umano.
Caso umano numero 3: Max Mosley, Presidente Federazione Internazionale Automobilismo.
Mosley è il tipico caso umano che ti frusta contando in tedesco, ti lega ai polsi, te lo mette nel culo inneggiando a Hitler e si prende 100.000 euro di risarcimento se non ti piace, perchè "gli hai rovinato la vita". Tutto questo senza avere nemmeno la minima dovuta decenza di chiamare Frate Giuseppe Gentile per fargli fare un sega. Caso umano numero 3: soluzione finale della questione ebraica in Europa.
Caso umano numero 2: Silvio Berlusconi.
Con l'entrata in vigore del "Lodo Alfano" le prime quattro cariche dello Stato godranno di totale immunità: potranno frustarti, legarti ai polsi, spendere le tasse in coca e puttane e ovviamente metterlo nel culo senza avere nemmeno la minima dovuta decenza di contare in tedesco. Considerando che Giorgio Napolitano alla sua età è impotente e pronto a morire, lo stesso buon uomo risulta impossibilitato a usufruire dei vantaggi della sua vecchia nomina, e si è aperta ufficialmente la votazione di prossimo caso umano numero 1.

Sunday 4 May 2008

Eastern Promises


































Green Lanes, nord-est di Londra: un "sentiero verde" che si allunga per tre miglia senza l'ombra di un albero. E' il quartiere turco: una densità di kebabbari di uno ogni cinquanta metri quadrati - uno ogni venticinque persone - uno ogni tre case vittoriane. Si alternano con gli off licence turchi: li chiamano così perchè per guadagnare di più vendono alcolici durante il divieto governativo e la notte. Una pizzeria di mafiosi disturba il paesaggio all'arrivo a Manor House: non ci entra mai nessuno (a differenza delle altre razze, la mafia italiana per evidenti interessi economici invece che accorparsi ha avuto beneficio da uno sviluppo ramificato). Di fronte agli italiani c'è un barbiere. Se ne contano più di una dozzina in mezza Green Lanes, tutti per capelli turchi: un barbiere ogni due famiglie islamiche - per guadagnare di più tagliano ai parenti degli altri. Di fianco viveva una ragazza di Rovigo e la mia speranza (sono finite a Buenos Aires con un maestro di tango). Turnpike Lane, lato nord, un agglomerato discontinuo di case della mafia inglese affittate a polacchi e africani alla media di cinque a stanza. Per guadagnare di più li mettono addirittura insieme e non ci crederebbe nessuno. Due passi e siamo a Wood Green dove, finiti i neri e i polacchi, la mafia inglese fa combattere i cani. Ritornando al centro, tra i kebabbari, assistiamo nel chiarore della notte e del divieto governativo allo smercio di 300 chili di eroina e cocaina ogni settimana. Alla fine di tre miglia di merde di cane e barbiere, alla fine della Green Lanes, alla fine della mafia turca, alla fine del fantasma di una ragazza e di una speranza, finisce tutto questo e comincia Finsbury. Il primo taglio di gola avviene al secondo minuto di proiezione; per attendere il taglio delle dita bisogna pazientare per altri diciassette. Benvenuti a Finsbury, il regno della mafia russa, alla visione del nuovo film di David Cronenberg ("Eastern Promises"), ancora una volta incentrato sul dilemma del dualismo e della sua esplorazione ed ancora una volta un qualcosa assolutamente da vivere. A Dicembre in tutti i cinema, anche quelli in mano alla mafia italiana (quest'ultima veramente poco interessante in virtù di un mercato ormai saturo).